Le conferenze di Teheran, Yalta, Potsdam.

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Churchill a Yalta


Nella « Carta atlantica » erano stati fissati i principi sui quali avrebbe dovuto costruirsi, una volta distrutta la tirannia nazista, il nuovo ordine Internazionale; principi nobilissimi, che furono ripresi e ampliati nella dichiarazione approvata dai ventisei Stati che dettero vita il 1° gennaio 1942 alte Nazioni Unite Ogni popolo avrebbe dovuto scegliere la propria forma dì governo e vivere in essa libero dal timore e dal bisogno.
Le cose andarono diversamente a guerra finita. Già nel corso del conflitto si erano dovuti affrontare realisticamente da parte degli Stati Uniti, Gran Bretagna, Unione Sovietica, i problemi relativi alla sistemazione politico-territoriale del mondo.
Gli accordi, non facili, furono necessariamente espressione non già dei propositi enunciati ma dei rapporti di forza tra le grandi potenze, per cui non si tenne conto, nel determinare la nuova carta politica, né delle aspirazioni dei popoli, né del conclamato diritto di autodecisione.
Nel primo Incontro fra Roosevelt, Churchill e Stalin, che ebbe luogo a Teheran, in Persia, tra il 28 novembre e il 1 dicembre 1943, si venne già delineando il futuro dell’Europa, che restò di fatto divisa in « sfere di influenza ». Per compensare la Polonia della perdita dei territori strappatile dalL’URSS nel 1939, si decise che i territori tedeschi dell’Oder-Neisse sarebbero passati allo Stato polacco. Un passo successivo fu compiuto a Mosca in un incontro tra Churchill e Stalin (ottobre 1944).
I due statisti si accordarono circa le rispettive « sfere di influenza » nel Sud-Est europeo: Churchill riconobbe all’URSS mano libera sulla Romania e la Bulgaria. Stalin alla Gran Bretagna sulla Grecia, mentre Jugoslavia e Ungheria sarebbero rimaste aperte all’influsso sia di Mosca che di Londra. La successiva conferenza di Jalta in Crimea (4-11 febbraio 1945), che ebbe luogo nel momento in cui la travolgente offensiva sovietica in Germania aveva assunto il carattere di una marcia irresistibile, oltre a decidere dell’organizzazione da dare all’ONU e all’entrata in guerra dell’URSS col Giappone, stabili la divisione della Germania in quattro zone di occupazione (una delle quali da assegnarsi alla Francia) e la totale smilitarizzazione e denazificazione del paese. L’ultima conferenza dei « tre grandi » si tenne a Potsdam, nei pressi di Berlino, dal 17 luglio al 2 agosto 1945, dopo il crollo della Germania e nella prospettiva del crollo del Giappone. Le discussioni proseguirono secondo le linee già tracciate a Jalta, ma si fecero più acuti i contrasti tra i vincitori (dei « tre grandi » era rimasto solo Stalin; al posto di Roosevelt, scomparso, era il nuovo presidente degli Stati Uniti Harry S. Truman; al posto di Churchill, clamorosamente battuto nelle elezioni del 1943, il leader laburista Clement Attlee).
A Potsdam tramontò ogni residua speranza di trovare un atteggiamento comune nei riguardi della Germania. La decisione presa qualche giorno dopo da Truman di impiegare contro il Giappone la bomba atomica si dové, con molta probabilità, al proposito degli Americani di riequilibrare sul piano militare l’enorme potenza raggiunta dall’URSS in Europa.